Storia della Pieve
Esistente nel XII sec. ma probabilmente di struttura assai più antica, ha subito varie trasformazioni fino ai restauri dell' immediato dopoguerra, come si può vedere dalla facciata.
L'interno a tre navate ha una modesta veste Sette-Ottocentesca, dalla quale però emergono interessanti affreschi.
Di lato al presbiteriosono poste due tavole: una "circoncisione" (1601) del pratese Leonardo Mascagni, e un' "Assunta" (1580) di Michele Delle Colombe, mentre il coro, trecentesco, conserva interessanti resti di affreschi della fine di quel secolo, con la storia di S. Pietro, opera della bottega di Agnolo Gaddi.
San Pio Martire
Nel 1810 arriva da Roma, dalle Catacombe di Santa Ciriaca, l'urna contenente le spoglie di San Pio Martire. Tale urna viene esposta alla popolazione ogni 5 anni nel mese di settembre durante la festa ad esso dedicata. La festa culmina con l'ostensione del Santo nell'urna per le vie principali del paese l'ultimo giorno, la domenica, dei giorni di festa.
Don Didaco Bessi
Didaco Bessi nasce a Iolo (Prato) il 5 febbraio 1856. A soli 23 anni viene ordinato sacerdote e nominato cappellano e poi parroco nel paese natale. Da sacerdote entra a far parte del Terz'Ordine domenicano. La sua vita si è consumata interamente nel servizio pastorale nella parrocchia di Iolo: amò così tanto la sua gente, vivendo in mezzo ad essa, che ne vide con chiarezza i bisogni, dettati soprattutto dai disagi sociali creati dal passaggio, alla fine del secolo XIX, da un’economia prevalentemente agricola ad un mondo in via di industrializzazione. Pastore con il cuore di Cristo, si commuoveva vedendo i bisogni e le povertà del suo popolo: povertà di mezzi, di salute, di istruzione, ma anche di Vangelo, di senso di vita, delle motivazioni per vivere, amare, lavorare. Nel 1895, con un gruppo di cinque giovani della parrocchia, dà vita ad una nuova famiglia religiosa inserendola nella spiritualità, otto volte centenaria, di San Domenico e affidandola alla Madonna del Rosario. A questa fondazione egli dedica tutte le sue migliori energie: forma le suore, apre una scuola, invia le suore ad assistere gli ammalati e i moribondi. Nel 1910 in collaborazione con la Misericordia di Prato mette a disposizione alcuni locali parrocchiali per realizzare un centro di primo soccorso per la frazione di Iolo e i suoi dintorni, che farà nascere, dopo la sua morte, la sezione locale della Arciconfraternita della Misericordia di Prato nel 1921. I poveri, gli emarginati, gli abbandonati, i sofferenti sono al centro della sua tenerezza e delle sue cure. Dopo la morte di don Didaco, avvenuta nel 1919, le sue figlie, Domenicane di Santa Maria del Rosario, continuano a vivere la sua ansia apostolica attraverso l’ideale di san Domenico, di annunciare il Vangelo a tutti con la parola e la vita non solo a Iolo e nella diocesi di Prato e in alcune diocesi italiane, ma anche in India, in Polonia, in Ecuador, in Romania. L’eredità spirituale di don Didaco rimane viva nelle sue figlie, che l’hanno continuamente ringiovanita in una fedeltà dinamica come risposta alle sfide delle novità dei tempi e delle diversità delle culture.